necronomicon

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Libri

Necronomicon, il libro dei morti

Titolo: Necronomiconnecronomicon
Autore: Abdul Alhazred
Genere: pseudobiblion
Anno di pubblicazione: VIII secolo.

Storia e genesi del Necronomicon

Il necronomicon, conosciuto anche come il libro dei morti, libro dei nomi dei morti, la descrizione delle leggi dei morti e in tanti altri rassicuranti titoli, è uno pseudobiblion, ossia un libro mai esistito creato come artificio narrativo allo scopo di persuadere il lettore che esso sia invece reale. A citare per la prima volta il necronomicon è Howard Philip Lovecraft, nel racconto breve il cane (titolo originale: the hound) pubblicato nel 1924 sulla rivista weird tales, nel quale due ragazzi in cerca di brividi e avventure scoperchiando una tomba si imbattono in un medaglione dai terrificanti poteri. L’oggetto è descritto nel necronomicon, il libro dei morti scritto nell’ottavo secolo dall’ “arabo pazzo” Abdul Alhazred, uno stregone vissuto nello Yemen e morto a Damasco dilaniato fin nelle viscere da un essere maligno e incorporeo.

Abdul Alhazred, il cui nome come ebbe a specificare Lovecraft in una lettera a Willis Conover non è neanche un nome comune arabo, è citato per la prima volta nel racconto “la città senza nome”, in cui gli viene attribuito il distico:

non è morto ciò che in eterno può attendere
e col passare di strani eoni anche la morte può morire
(That is not dead which can eternal lie. And with strange aeons even death may die).

Da allora, il necronomicon e il suo misterioso creatore entrano a far parte della complessa mitologia di Lovecraft, che in molti dei suoi scritti si avvale di questo espediente per dar maggior forza e veridicità alle leggende sul mondo dei grandi antichi e al mostruoso Cthulhu, un essere abominevole che dominò la terra in un epoca pre-umana  e che oggi dorme nelle vaste profondità abissali in attesa di riappropriarsi del proprio regno.

Trama fittizia

Il necronomicon ruota intorno al mito degli antichi. Di esso abbiamo citazioni di interi brani, testi di incantesimi, particolari criptici e morbosi; mai informazioni chiare, lineari, che ne svelino veramente la trama e la sua perniciosità. Lovecraft riesce a dosare al meglio gli ingredienti per creare un testo mitico, chiudendo la valvola delle informazioni quando la sete di sapere del lettore è al culmine.  Alcuni brani, come avviene nel racconto l’orrore di Dunwich, sono riportati fedelmente dai protagonisti della storia. Non basta però a  fugare i dubbi sulla trama del libro in maniera completa ed esaustiva: il solitario di Providence sembra abbia la tendenza a centellinare tutte le informazioni. Nei racconti il richiamo di Chtulhu, storia del necronomicon e il caso di Charles Dexter Ward, apprendiamo ulteriori verità: veniamo così a scoprire che il suo titolo originale sarebbe stato quello di Al Azif e che il nome di Necronomicon è postumo alla prima stesura dell’arabo pazzo e sarebbe dovuto alla traduzione di Teodoro  Fileta.
Col passare degli anni molte copie del libro dei morti vengono distrutte, ma in un modo o in un altro alcune di esse resistono all’oblio e si trovano custodite al British Museum, alla biblioteca nazionale di Francia, alla libreria Widener di Harvard, all’università di Buenos Aires e alla biblioteca della fittizia università di Miskatonic, nella altrettanto fittizia Arkham.

Il necronomicon: eredità ed influenze

L’impatto avuto sul pubblico è inaspettato perfino per lo stesso Lovecraft. Lo scrittore si ritroverà più volte a dover smentirne la reale esistenza, spiegando ai fan più accaniti che si tratta di pura invenzione. Ciò nonostante, una buona fetta di pubblico continuò a credere nell’esistenza del Necronomicon, con l’effetto che in alcuni dei luoghi in cui Lovecraft collocò le sue copie, come alla libreria Widener, i direttori si trovarono nella difficile posizione di respingere  le richieste di acquisto da parte dei clienti.
Del necronomicon però sono state realizzate copie reali, apocrife all’opera di Lovecraft, pur sfruttandone l’influenza e il fascino sulle masse. La più venduta è il Simon Necronomicon, dove vengono descritti incantesimi e pratiche di magia nera. L’autore è sconosciuto, ma  il libro, legato anche alla figura di Aleister Crowley è stato citato in aula durante alcuni processi per omicidi e riti satanici ispirati, sembra, proprio ai rituali descritti nelle pagine del Simon Necronomicon.

Ulteriori meriti della  ribalta di cui  il necronomicon  ha goduto lungo il ventesimo secolo, li ha  il grande schermo. Al cinema e in tv appaiono diversi riferimenti al libro dei morti. Il primo film interamente incentrato sulla prima parte del manoscritto di Abdul Alhazred è necronomicon dello spagnolo Jesus Franco.
Nei film la casa e la casa 2, diretti da Sam Raimi, il necronomicon ex mortis è un libro sumero rilegato in pelle umana dove sono riportate, incise col sangue, antiche parole che hanno il potere di far scendere il male sulla terra e di far risorgere i morti. In “l’armata delle tenebre“, il seguito della casa diretto sempre dallo stesso Sam Raimi, il Necronomicon contiene delle formule che recitate correttamente consentono al protagonista di tornare al presente, nella sua dimensione di origine.
Brian Yuzna realizza un film dal titolo “necronomicon“.  Lo stesso regista farà outing della stima nei confronti di Lovecraft portando sullo schermo “Dagon“, ispirato all’omonimo racconto e incentrato sul mito dei grandi antichi.

Nel 2001, la  Cryo interactive entertainment pubblica il videogioco necronomicon per pc e playstation, apertamente ispirato al necronomicon di Lovecraft.

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I racconti del necronomicon

I racconti del necronomicon è una raccolta dei principali racconti scritti da H.P. Lovecraft aventi per tema il necronomicon. Una risorsa preziosa per tutti gli amanti del genere.

Simon Necronomicon

L’autore del Simon necronomicon è sconosciuto, all’interno di esso sono riportati allusioni agli scritti di Lovecraft e Aleister Crowley.  Si tratta di 288 pagine nei quali sono descritti reali rituali magici, le lotte fra le divinità della Mesopotamia e altri riferimenti ad un arabo pazzo che richiamano l’opera di Lovecraft. Edito da Avon books.

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